basenerParla Robert Basener, direttore del personale del Policlinico di Tubinga, a margine dei nuovi colloqui organizzati da “Germitalia” a Torre del Greco.

 

 

L’etica, prima di tutto. “Gli infermieri italiani sono più qualificati dei nostri, ma non li rubiamo al loro paese”. Lo sostiene come premessa Robert Basener, direttore del personale del policlinico tedesco di Tubinga, a margine delle due giornate (26 e 27 settembre) nelle quali, presso l’hotel “Marad” di Torre del Greco, si sono tenute altre selezioni per assunzioni  a tempo indeterminato – nell’ambito del progetto Fia – di dieci infermieri e dieci ostetriche da destinare al policlinico di Tubinga (dove già lavorano oltre cento colleghi italiani) ed il Klinikum Esslingen (struttura in prossimità di Stoccarda).

Ai colloqui organizzati da “Germitalia” si sono, come sempre, presentati infermieri da tutte le regioni d’Italia. Dalla ragazza di Milano che fa spallucce (“Qui in Italia ci propongono solo contratti a termine o situazioni poco stabili”) alla collega meridionale che sbotta: “Nei nostri ospedali c’è tanto bisogno di infermieri, ma non assumono. E non si può pretendere di andare avanti con i volontari”. Da qui, la decisione di presentarsi ai colloqui organizzati da “Germitalia”, con la consapevolezza – e in questo caso il concetto è unanime tra i ragazzi – che “trasferirsi all’estero è un distacco notevole dai propri affetti, ma se lì c’è la possibilità di costruirsi un futuro professionale, perché no?”.

Lì è, appunto, la Germania. Dove invece c’è difficoltà a reperire infermieri e c’è carenza di organico nelle strutture ospedaliere. “Da noi – spiega il dottor Basener -, quello di infermiere non è un titolo universitario come in Italia, dove riscontriamo maggiore preparazione e professionalità tra i giovani che esaminiamo. In Germania i ragazzi tendono ad orientarsi verso altri settori ed altri mestieri. E anche chi sceglie questa strada aspira magari ai maggiori centri ospedalieri del paese e non a quello di Tubinga, nonostante sia all’avanguardia”. Il direttore del personale torna poi sulla sua premessa: “Offriamo contratti a tempo indeterminato, facilitazioni nell’integrazione in Germania, vitto, alloggio, assistenza anche linguistica attraverso l’International Bound; valorizziamo le aspirazioni di chi mira, col tempo, ad una carriera più importante, ma attenzione: non è una tratta di merce umana. E, ripeto, il mio personale desiderio è che in Italia si possa tornare a dare occupazione a tutti gli infermieri italiani. Non a caso, le nostre selezioni si orientano principalmente verso i disoccupati, grazie alla fiducia che abbiamo nella struttura di Germitalia. Non vogliamo sottrarre risorse ad un paese amico, crediamo piuttosto in un leale ponte tra le culture. Questa è la prioritaria condizione morale – ribadisce Basener – e lo dico anche contro gli interessi del lavoro che faccio, ma è quello che realmente penso”.

 

Nello Giannantonio (ufficio stampa Germitalia)