Napoli corsaro a Bergamo grazie ad un gol di Mertens al 19’ della ripresa e, dunque, ancora primo in classifica. In occasione del gol-partita, la posizione di partenza dell’attaccante belga è però dubbia: l’arbitro consulta il Var e poi convalida, ma in questi concitati frangenti piove in campo anche una bottiglietta all’indirizzo dei calciatori del Napoli, poi raccolta da Allan.

La mente torna allora alla stagione 1989/90: la lotta per lo scudetto vede il Milan di Sacchi avanti di un punto al Napoli di Maradona. È l’8 aprile 1990 e si gioca la quartultima di campionato: in programma Bologna-Milan e, appunto, Atalanta-Napoli. Sia il Milan che il Napoli (in maglia rossa quella domenica) pareggiano, sul campo, 0-0. A Bergamo, però, intorno alla mezzora della ripresa dagli spalti piove di tutto: fischi, insulti, ma anche accendini e monetine. Una, da 100 lire, colpisce in testa Ricardo Rogerio de Brito, centrocampista brasiliano meglio noto come Alemao. Il calciatore va giù e cambia la storia di quel campionato. La partita sarà infatti vinta a tavolino dal Napoli con aggancio in vetta (la vittoria all’epoca valeva ancora due punti) prima della “fatal Verona” che tagliò poi fuori i rossoneri dalla corsa scudetto.

“Ad un certo punto avvertii un dolore alla testa – ha ricordato anni dopo Alemao -. Il nostro massaggiatore, Carmando, cercava di medicarmi e mi diceva di restare per terra, poi mi sostituirono”. Alemao fu portato all’ospedale per accertamenti (gli verrà riscontrato un lieve trauma cranico), ma intanto l’Italia già si divideva: il brasiliano si è fatto male sul serio o è stata tutta una farsa per tramutare in vittoria un pareggio? Ed è stato davvero Carmando ad invitare il calciatore a buttarsi per terra e fingere di stare male? Il giudice sportivo, come detto, non ebbe dubbi: 2-0 per il Napoli a tavolino. Inutili i successivi ricorsi dell’Atalanta.

Nello Giannantonio