Il dibattuto reddito di cittadinanza ha già trovato la bocciatura del presidente dell’Inps, Tito Boeri, il quale senza mezzi termini ha dichiarato: “La misura spiazza il lavoro al Sud”. Facendo un esempio pratico ha spiegato: “Un single con reddito zero può aspirare a 9.360 euro all’anno. Bene, i lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma sono il 43 per cento. Ciò significa che quasi un giovane su due da quelle parti potrà essere messo di fronte a due alternative entrambe allettanti: smettere di lavorare o essere pagato in nero per ottenere comunque il sussidio”.

Da altre parti si paventa poi un aumento dell’Iva inevitabile a fine 2019 (senza una scossa economica occorrerà intervenire con una manovra-bis per evitare che dal primo gennaio 2020 scatti l’aumento dell’iva da 23 milioni di euro presente nell’accordo con l’Europa tra le clausole di salvaguardia) per contenere l’impatto di reddito di cittadinanza e pensionamenti anticipati. Lo sostiene, ad esempio, l’economista Mario Deaglio nel 23esimo Rapporto sull’economia globale e l’Italia promosso da Centro Einaudi e Ubi Banca: “Sarà inevitabile l’aumento delle imposte indirette a fine anno se i conti non torneranno, non essendo quantificabile il costo di quota 100 e non prevedendo, nelle nostre stime, una spinta sui consumi superiore ad un secondo decimale di punto”.

Pacifico che la manovra voluta dal governo in carica non abbia puntato, piuttosto, sugli investimenti o su una riduzione strutturale del costo del lavoro, mosse che potrebbero realmente favorire l’occupazione (stabile), al di là della potenziale attrattiva per le imprese di beneficiare del bonus legato all’assunzione di un percettore di reddito di cittadinanza. Nell’immediato, chi troverà occupazione (ma quasi certamente con contratto di co.co.co.) sarà l’esercito dei misteriosi Navigator, quei tutor che avranno il compito di guidare il percettore di Rci verso la ricerca di un lavoro: 6mila dovrebbe assumerli l’Anpal, 4mila andare in carico ai Centri per l’impiego, ad oggi già sotto organico ed evanescenti – per usare un eufemismo – nel trovare opportunità lavorative ai propri iscritti. Le Regioni, nel frattempo, hanno già detto di non avere soldi per pagare i Navigator. Forti perplessità anche su requisiti, funzioni ed inquadramento di queste nuove figure le ha espresse, ad esempio, l’assessore campana al lavoro, Sonia Palmeri. E la Campania potrebbe assorbire circa un terzo dei sussidi destinati al Mezzogiorno.

Nello Giannantonio