Un paradosso tutto italiano. Tanti infermieri laureati non trovano sbocco occupazionale (prendendo così in considerazione offerte provenienti da paesi europei come la Germania) a fronte di allarmanti numeri che emergono, invece, sull’abusivismo in questa professione sanitaria. Sarebbero infatti almeno 5.500 gli infermieri abusivi in Italia, secondo le stime diramate dall’Ipasvi. Un rischio, quello di incappare in un “abusivo”, al quale non sfuggono nemmeno le strutture sanitarie pubbliche, a quanto pare, come dimostra la fresca denuncia a carico di una falsa infermiera assunta all’ospedale di Pescara dopo aver presentato una documentazione fasulla e successivamente smascherata grazie alla segnalazione del collegio Ipasvi.

La Federazione degli infermieri propone la sua stima partendo da un’indagine dei Nas del 2011-2012, secondo la quale, su 2.783 segnalazioni per abusivismo, quelle relative agli infermieri erano state ben 1.023. In Italia oggi si stimano circa 30mila falsi professionisti con titoli di studio e curriculum artefatti, che esercitano abusivamente una professione. Di questi, ben 15mila si trovano in ambito sanitario. Se le proporzioni dell’indagine Nas sono le stesse, si arriva alla fatidica stima dei 5.500 infermieri abusivi.

“Si tratta di un fatto gravissimo per la professione, per la qualità dell’assistenza e soprattutto per i pazienti – sottolinea la presidente dell’Ipasvi Barbara Mangiacavalli -. I blocchi del turnover e l’assenza di concorsi mettono nelle condizioni le aziende di cercare professionisti spesso attraverso le agenzie interinali, che non eseguono le necessarie verifiche di garanzia previste dalla legge immettendo sul mercato quantità di operatori con il rischio che questi siano ‘falsi’, o ancora attraverso le cooperative che, oltre a essere per la maggiore parte fonte di ‘professione low cost’, non sono in grado neppure loro di eseguire i necessari controlli”. Secondo la presidente degli infermieri occorre “dare uno stop ai risparmi nelle strutture pubbliche ottenuti integrando gli organici mancanti con personale delle agenzie interinali o delle cooperative”. E uno stop è auspicato dalla Mangiacavalli anche ai blocchi del turnover con le conseguenti nuove e necessarie assunzioni, auspicando ad ogni modo “controlli più stringenti con l’obbligo per chi ricorre ad un infermiere di verificare la sua reale professionalità con il Collegio provinciale di appartenenza”.

Nello Giannantonio