L’esercito di infermieri italiani che, durante l’anno, si presenta a periodiche selezioni come quelle organizzate da “Germitalia” in favore dei migliori ospedali tedeschi porta dentro la grande frustrazione per un lavoro che non c’è – o che c’è ma in formule definiamole “anomale” – nel paese in cui si sono formati e laureati. Basta rivedere una recente puntata delle trasmissione Rai “Nemo-Nessuno escluso” per avere il polso della situazione attraverso le interviste effettuate ad una platea di candidati tipica di selezioni che in Italia si organizzano per soddisfare la costante richiesta di personale sanitario dalla Germania. “Da noi l’80 per 100 degli annunci lavorativi ti richiede la partita Iva” racconta ad esempio un giovane infermiere. “In Italia siamo servi” taglia corto una delusa collega. “Vado in Germania e ci porto anche la famiglia perché lì le condizioni di welfare sono migliori” confessa chi invece è più avanti con gli anni. Addirittura c’è chi racconta, con remunerazione di 10 euro lordi l’ora, che in Italia per la stessa struttura lavora sia come infermiere che come assistente alla logistica. La paga oraria media di un infermiere in Germania, come conferma anche il video della trasmissione, parte da una base superiore al doppio. E, nel caso dei progetti “Germitalia” (https://www.germitalia.com/)si tratta sempre di offerte di lavoro in Germania a tempo indeterminato e non a termine. Come quella che hanno di recente raccolto gli infermieri selezionati per il policlinico universitario di Tubinga e dal Klinikum Christophsbad, che si apprestano a partire per seguire, sul posto, il primo corso gratuito di tedesco. Come quella riservata ai candidati che si presenteranno, a gennaio 2019, alle nuove selezioni per strutture ospedaliere della zona di Stoccarda.

Nello Giannantonio