Stop alle retribuzioni, ma anche a semplici acconti, in denaro contante. Nella manovra finanziaria di fine anno (legge 205/2017), dopo una lunga “gestazione”, ha trovato la luce anche un vecchio disegno di legge che imporrà la piena tracciabilità, a partire dal 1 luglio 2018, delle retribuzioni e dei compensi. Chiaro l’intento del legislatore: mettere un freno alla pratica, diffusa in alcuni settori e contesti, di far sottoscrivere al lavoratore una busta paga di importo superiore a quanto poi effettivamente percepito. Non a caso, nella novella legislativa viene esplicitamente sancito che la firma apposta dal lavoratore in calce al prospetto paga “non costituisce, in alcun modo, prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione”. A questo punto, l’unico escamotage potrebbe solo essere quello di “costringere” il lavoratore, in virtù dello stato di soggezione tipico del rapporto di lavoro subordinato, a “restituire” in contanti al datore parte dello stipendio accreditatogli. Probabile freno, inoltre, anche ai falsi rapporti di lavoro alla luce dei nuovi obblighi di tracciabilità.

La novità prescinde dalla tipologia contrattuale intercorrente tra le parti (quindi varrà anche per contratti part/time, a chiamata, per il lavoro a domicilio) così come vi rientrano i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e i contratti di lavoro, aggiuntivi rispetto al vincolo associativo, stipulati dai soci delle cooperative. Il legislatore non cita, invece, il lavoro autonomo occasionale (quello con ritenita d’acconto del 20%, per intenderci). Fuori dalla norma anche il lavoro domestico.

Per remunerare dipendenti e collaboratori, datori di lavoro e committenti (pena una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro) dovranno utilizzare obbligatoriamente uno dei seguenti mezzi: bonifico su conto corrente; strumenti di pagamento elettronico; pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento; emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, ad un suo delegato.

Come detto, la norma entrerà in vigore da luglio, ma entro la fine di marzo 2018 l’Esecutivo è chiamato a stipulare una convenzione con le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, con l’Associazione Bancaria Italiana e con Poste Italiane SpA, finalizzata ad individuare gli strumenti idonei a promuovere la conoscenza e la corretta attuazione delle disposizioni introdotte. La novità ha un ulteriore aggravio per la collettività: 100mila euro, infatti, lo stanziamento per promuovere apposite campagne informative sui principali mezzi di comunicazione.

Nello Giannantonio