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Lavorare in Germania: pro e contro. Lo spauracchio è la lingua ma tanti italiani ce l’hanno fatta

La determinazione ad accettare la sfida di ottenere un posto di lavoro in Germania e poi non rinunciarci al momento di dover salire su un aereo si scontra spesso, tra i giovani infermieri italiani disoccupati, con quelle preoccupazioni – certamente anche fisiologiche – di doversi confrontare con un’altra realtà e soprattutto un’altra lingua, non semplice e non usuale come l’inglese. In questo senso, tuttavia, è confortevole il supporto che in terra tedesca l’Internationaler Bund offre alle figure professionali in campo sanitario che periodicamente vengono selezionate in Italia dai migliori ospedali tedeschi grazie anche alle selezioni organizzate da “Germitalia” (a dicembre ricordiamo che tre importanti policlinici – quello di Jena, lo “Schwarzwaldbar Klinikum” e il gruppo ospedaliero “Helios” di Monaco – torneranno in provincia di Napoli per assumere infermieri, tecnici di radiologia ed ostetriche) grazie al consolidato percorso di integrazione con i corsi “in loco” per conseguire i livelli di lingua prima B1 e poi B2.

La garanzia di un posto di lavoro a tempo indeterminato che offrono queste strutture rappresenta indubbiamente un altro importante fattore a favore della possibilità di accettare la sfida tedesca, con tutti i contributi previdenziali che saranno validi, un domani, anche in Italia ai fini pensionistici. Certamente la cosa non è paragonabile a “forzature” che in Italia spesso vengono richieste ai giovani disposti a tutto pur di lavorare, come l’apertura di una propria partita Iva. Così come mettere su famiglia senza essere costretti a lasciare il posto di lavoro è una condizione molto più agevolata in Germania che in Italia (da noi si stanno muovendo piccoli passi solo di recente) in termini di tutela della maternità e più in generale della genitorialità, con presenza di asili nido e soluzioni simili messe spesso a disposizione dagli stessi datori di lavoro.

Chiaramente – e torniamo a ai “contro” – la lontananza da casa può scoraggiare qualcuno, ma la Germania va oramai considerata come una regione d’Europa e non come un’altra nazione. Del resto, oggi con ora e mezza di volo è collegata con tutti i principali aeroporti d’Italia. Lo stesso “caro-vita” tedesco è un po’ un falso mito, dal momento che per certi aspetti è anche inferiore a quello raggiunto dall’Italia dopo l’introduzione della moneta unica. Forse è più legittimo nutrire preoccupazioni sulla lingua, ma se centinaia di ragazzi partiti negli anni con i progetti “Germitalia” oggi vivono e lavorano e vivono in Germania vuol dire che la sfida non è così impossibile.

Per consultare, ad ogni modo, le posizioni attualmente aperte da “Germitalia” ed inviare il proprio curriculum, basta collegarsi al link seguente: http://form.jotformeu.com/form/51253050124338.

Nello Giannantonio

 

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