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La testimonianza di Francesco: “In Italia lavoravo a partita Iva, in Germania ho cambiato prospettive di vita”

La fisiologica paura di trasferirsi in Germania per lavorare, nonostante la garanzia di un contratto  a tempo indeterminato che offrono tante strutture sanitarie, può essere superata anche attraverso il racconto di chi, a suo tempo, la sua scelta di vita l’ha fatta e oggi può raccontare la sua esperienza anche con un pizzico di orgoglio. In quest’ottica, agli ultimi colloqui organizzati da “Germitalia” per la selezione di infermieri per il “Westpfalz Klinikum” di Kaiserslautern, era presente – insieme ai vertici della struttura ospedaliera tedesca – anche Francesco Fontanini, un ragazzo partito in questo modo dalla provincia di Messina nel novembre 2015. “Sono partito per Stoccarda, ho seguito il corso di tedesco B1 per quattro mesi e poi sono stato inserito al ‘Westpfalz Klinikum’ come infermiere in fase di riconoscimento – racconta il ragazzo siciliano -. Parallelamente, durante i primi mesi di lavoro, io e gli altri ragazzi italiani abbiamo seguito anche il corso di lingua B2 superando quasi tutti l’esame e passando, quindi, all’inquadramento contrattuale come infermieri riconosciuti. Da quel momento hai la tua professione in mano e lavori come un qualsiasi infermiere tedesco. Il caposala ti segue passo dopo passo nel reparto favorendo la tua integrazione fino ad arrivare gradualmente ad essere autonomo nel proprio lavoro. Fuori dall’ospedale – continua Francesco – il consiglio che posso dare è quello di frequentare il più possibile i tedeschi; nella stessa Kaiserslautern ci sono tanti posti da vivere, anche con tanti ragazzi universitari, ed hai tutto a portata di mano”. Ai colloqui di Torre del Greco, tanti candidati hanno posto delle domande a Francesco: “Mi hanno chiesto di tutto, dalla professione in Germania alla quotidianità. Li capisco, è una scelta importante. Io l’ho fatta perché all’epoca avevo voglia di riscatto: mi ero laureato da due anni ed in Italia avevo svolto assistenza infermieristica in clinica privata, ma lavoravo con la partita iva e mi versavo io i contributi. Non era appagante. Con queste motivazioni ho partecipato alle selezioni per la Germania: sul posto ci vuole comunque carattere perché le difficoltà non mancano, la stessa lingua non è facile ed orecchiabile. Oggi però sono contento, è migliorata la mia prospettiva di vita, sono pienamente integrato, ho il mio buono stipendio e non è vero che la vita sia più cara in Germania: anche lì c’è concorrenza e quindi una guerra di prezzi”.

Il racconto di Francesco, magari, potrebbe dare una spinta anche a chi è in procinto di candidarsi ai nuovi colloqui organizzati da “Germitalia” a Torre del Greco nelle giornate dell’11 e 12 dicembre, quando arriveranno i selezionatori del policlinico di Jena, dello “Schwarzwaldbar Klinikum” e del gruppo ospedaliero “Helios” di Monaco per assumere infermieri, tecnici di radiologia ed ostetriche.

Nello Giannantonio

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