In Germania il sistema sanitario si fonda sull’assicurazione sanitaria, concetto che rievoca nell’immaginario collettivo gli squilibri del sistema sanitario americano. I tedeschi però, a quanto pare, questo sistema lo fanno funzionare meglio e, con la loro fitta rete di medici ed ospedali, riescono a gestire anche con maggiore efficienza le liste di attesa.

Innanzitutto, è obbligatorio in Germania sottoscrivere un’assicurazione sanitaria, a prescindere dal reddito personale: a nessuno è concesso non avere alcuna copertura assicurativa sanitaria. Le persone che non lavorano rientrano gratuitamente nella copertura assicurativa del familiare di cui sono fiscalmente a carico o ne ricevono una insieme al sussidio di disoccupazione o alla pensione. Ma attenzione (altra grande differenza con l’Italia): il non residente disoccupato non ha diritto all’assistenza sanitaria se non se la finanzia autonomamente. Fattore, questo, che finisce per disincentivare l’immigrazione clandestina. Il sistema tedesco, anche sotto questo aspetto, si allontana da quello italiano tipico di uno “stato sociale”. Ovviamente, come negli altri paesi comunitari, la tessera sanitaria europea – se usata all’estero – copre solo le emergenze.

Per i lavoratori dipendenti, invece, in Germania il costo dell’assicurazione sanitaria – proporzionale al reddito – è per il 50% a carico del datore di lavoro mentre il restante 50% viene prelevato direttamente in busta paga ogni mese insieme alle altre tasse ordinarie (tra le quali quella controversa che va a finanziare la religione di appartenenza). Il contraltare del virtuoso sistema tedesco sembra essere proprio il costo della assicurazione obbligatoria, che per un lavoratore può aggirarsi intorno al 14% del proprio redddito lordo. Al contempo, anche i medici speciliasti sono convenzionati con le compagnie assicurative e le tariffe professionali sono stabilite per legge, evitando così anche che nel settore si faccia molto “nero”, come accade in Italia, dal momento che le prestazioni sono coperte dalle compagnie assicurative. Ne convivono in Germania sia di pubbliche che di private: queste ultime, tuttavia, sono accessibili solo a chi ha un reddito elevato e, chiaramente,  il loro costo  varia a seconda di diversi fattori di rischio (età, ma anche il sesso, eventuali malattie croniche eccetera).

In Italia invece, come noto, in attuazione del precetto costituzionale che sancisce il diritto alla salute di tutti gli individui, vige un sistema sanitario pubblico di carattere universale, finanziato dallo Stato stesso attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali attraverso ticket sanitari (quote con cui l’assistito contribuisce alle spese) e prestazioni a pagamento.

Nello Giannantonio

(addetto stampa)

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