La Fnopi è intervenuta con una circolare dopo la diffusione in rete della notizia relativa alla nascita di un “Registro Italiano degli infermieri specialisti e degli infermieri esperti” (in sigla RIISE), promosso da una testata giornalistica, con termine fissato al 31 dicembre 2018 per iscriversi.

Ecco la replica della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche: “Gli Ordini provinciali – scrive – sono gli unici soggetti cui è demandata, per legge, la funzione pubblica di detenere l’Albo e la Federazione si sta già attivando per procedere ad una integrazione dell’Albo nazionale inserendo i titoli di specializzazione degli infermieri iscritti”. La Fnopi, fermo restando il principio costituzionalmente garantito di liberta di associazionismo, tiene a precisare che l’ordinamento italiano ha previsto la possibilità di riunirsi in associazioni professionali solo per le professioni non organizzate.  “Il nostro legislatore – prosegue infatti la circolare – ha fatto una scelta precisa nel limitare il potere di autoregolamentazione di alcune professioni, evidentemente ritenute di maggior rilievo sociale, per le quali è il legislatore stesso a dettare regole imperative a vantaggio non tanto del professionista ma della collettività che beneficia di specifiche professionalità che sono ritenute tali da ‘subire’ un controllo statale”.  Ne deriva che per le professioni organizzate, come quella infermieristica, gli organismi “associativi” siano gli Ordini, istituiti esclusivamente per legge e deputati a detenere l’Albo con i nominativi e i dati di rilievo di tutti coloro che sono autorizzati a svolgere la professione.
Dunque – la conclusione della Fnopi – “nessuna testata o associazione (che raccoglie professionisti appartenenti a professioni regolamentate in Ordini) può vantare il diritto di detenere un Registro nazionale pubblicando un elenco accessibile ai cittadini che abbia valore certificativo della professione stessa”.