Fu vera gloria? Gli infermieri italiani, etichettati – a giusta ragione – come eroi durante il lockdown, sono tornati a mettere le proprie problematiche “in corsia” tra turni stressanti, ritorno alle “armature” anti-contagio anche con le temperature elevate di questi giorni, unitamente ad una sorta di senso di colpa nei confronti di familiari ed amici che matura dentro di sé chi finisce in quarantena per ragioni di servizio.

Terminata la fase più acuta dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, non si è registrato in Italia quell’intervento strutturale annunciato e auspicato durante i mesi più bui, soprattutto in termini di rafforzamento degli organici e di stabilizzazione o assorbimento di tanti infermieri precari. E nemmeno in termini prettamente salariali si è vista una svolta tesa a valorizzare il lavoro della categoria “riscoperta” durante l’emergenza.

I numeri che fotografano la carenza di infermieri in Italia restano allarmanti: secondo le stime della Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) mancano già oggi oltre 53mila infermieri in tutta Italia per garantire un rapporto equilibrato con i pazienti. Una carenza che può superare le 70mila unità tenendo conto dell’effetto “quota 100” in materia di pensionamenti. La crisi è trasversale: in Lombardia mancano all’appello oltre 8mila infermieri; in Campania oltre 5mila (2.887 sul territorio e 2.399 negli ospedali). Che succederebbe con l’acuirsi di una seconda ondata di emergenza? Il sovraccarico di lavoro durante la prima fase ha già “segnato” una categoria che è stata sottoposta a turni stremanti e che ha pagato il suo dazio anche in termini di vite umane e di contagi (non meno di 14mila infermieri infettati, in Italia, dal Coronavirus).

“Non sono eroi, sono infermieri. E ora hanno bisogno di te” recita, intanto, la comunicazione sociale rilanciata dalla Fnopi, che da mesi ha deciso di scendere in campo attraverso la costituzione del Fondo di solidarietà #noisiamocongliinfermieri – http://www.noicongliinfermieri.org – e il lancio della relativa campagna di raccolta fondi per supportare tutti gli infermieri e le loro famiglie che, a vario titolo, si trovano a dover combattere una vera e propria battaglia per la sopravvivenza di migliaia di pazienti e, purtroppo, anche della propria.