Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, in campo medico, è venuto ancora una volta dall’eccellenza Napoli. E ora anche in altre regioni d’Italia si sperimenta, nel trattamento di pazienti affetti da Covid19, l’intuizione che accomuna il capoluogo partenopeo alla Cina e che vede in prima linea il dottor Paolo Ascierto, direttore dell’Immunoterapia oncologica dell’ospedale “Pascale” di Napoli.

Il “Tocilizumab” è un farmaco che agisce contro le tempeste di citochine che si scatenano nel momento in cui c’è una reazione immunitaria importante, la stessa che avviene nel polmone in seguito all’infezione da Coronavirus. “Il farmaco viene impiegato nella cura dell’artride reumatoide e noi oncologi lo conosciamo perché lo utilizziamo per gli effetti collaterali dati di alcuni farmaci immunoterapici – ha spiegato il professor Ascierto -: da qui l’idea che potesse dare effetti positivi anche su pazienti affetti da Covid19”.

Risultati confortanti, dopo che a Napoli, si sono man mano riscontrati anche Milano, nelle Marche, a Modena, a Cosenza. Eppure c’è ancora bisogno di studiare: lo stesso Ascierto invoca un apposito laboratorio di ricerca ed ha aperto una raccolta fondi: “Perché studiarlo qui e ora? – spiega il professore -. Prima impariamo a conoscerlo, prima capiamo come muta, prima possiamo anticiparlo, aggredirlo con terapie sempre più efficaci”.
Una intuizione, una corsa contro il tempo, quella dell’equipe dell’Istituto Tumori del “Pascale” che, per certi aspetti e con le debite proporzioni, rievoca un’altra storia di emergenza sanitaria. Che viene sempre da Napoli. In provincia, a Torre del Greco, il primario di medicina dell’ospedale Maresca, Antonio Brancaccio, insieme ad un gruppo di colleghi, ritenne che quella infezione che prese a galoppare in città nell’estate del 1973 non fosse semplicemente una forma di gastroenterite: ipotizzò che si trattasse di qualcosa di ben più grave, annotando nelle cartelle cliniche una “sindrome coleriforme”. Dopo pochi giorni, al “Cotugno” di Napoli, risultavano ricoverati già 220 pazienti sospettati di aver contratto il colera. Manifestazioni di piazza, poi le vaccinazioni di massa. E l’ultimo caso diagnosticato proprio il 19 settembre, nella ricorrenza patronale di San Gennaro…

Nello Giannantonio