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Archivio Storico
“Il Governo ha dimenticato i professionisti”
“Il Governo ha deliberatamente ignorato il ruolo di 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il momento di rimetterlo in piedi”. Lo denunciano il Comitato unitario degli ordini professionali e Rete Professioni Tecniche.
I rappresentanti di 21 professioni, riuniti in videoconferenza, hanno deciso di fare fronte comune contro l’esclusione dal decreto “Cura Italia” e per la tutela dei propri iscritti che pure stanno subendo gli effetti della crisi determinata dall’emergenza-Coronavirus. Nei prossimi giorni, i rappresentanti di Cup e Rpt lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario. Intanto è stato chiesto un incontro urgente ai ministri del Lavoro e delle Finanze, che nel frattempo pure hanno iniziato a chiedere notizie ai singoli ordini professionali circa numero di iscritti e fasce di reddito. Questo, evidentemente, al fine di iniziare ad attivare la distribuzione delle risorse di quel “Reddito di ultima istanza” istituito ma non non ancora disciplinato dal decreto legge 18/2020. Si tratta di un fondo a disposizione di tutte quelle categorie di lavoratori, dipendenti ed autonomi, escluse ad ora dalle misure del decreto e che pure sono costretta a sospendere, ridurre o cessare la propria attività.

Nel frattempo, “i professionisti devono riaffermare il proprio ruolo e parlare con un’unica voce” sostengono Cup e Rpt, chiedendo di mettere “le proprie Casse previdenziali nelle condizioni di intervenire in maniera forte e risolutiva, utilizzando risorse proprie. “E basta – sostengono a voce alta – col considerare i professionisti una categoria di privilegiati! Chi continua a pensarlo vive ormai da anni fuori dalla realtà”. Tra le categorie che hanno avviato il tavolo di confronto c’è anche quella degli infermieri per la tutela, in questa sede, soprattutto di quelli che lavorano da liberi professionisti.
Ecco, nel dettaglio, i 21 ordini professionali che hanno partecipato ai lavori: Agronomi, Agrotecnici, Architetti, Assistenti sociali, Attuari, Chimici e Fisici, Consulenti del Lavoro, Commercialisti, Geologi, Geometri, Giornalisti, Infermieri, Ingegneri, Ostetriche, Periti agrari, Periti industriali, Psicologi, Spedizionieri doganali, Tecnici di Radiologia Medica, Tecnologi alimentari, Veterinari.
Nello Giannantonio
Covid, la speranza-Napoli
Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, in campo medico, è venuto ancora una volta dall’eccellenza Napoli. E ora anche in altre regioni d’Italia si sperimenta, nel trattamento di pazienti affetti da Covid19, l’intuizione che accomuna il capoluogo partenopeo alla Cina e che vede in prima linea il dottor Paolo Ascierto, direttore dell’Immunoterapia oncologica dell’ospedale “Pascale” di Napoli.

Il “Tocilizumab” è un farmaco che agisce contro le tempeste di citochine che si scatenano nel momento in cui c’è una reazione immunitaria importante, la stessa che avviene nel polmone in seguito all’infezione da Coronavirus. “Il farmaco viene impiegato nella cura dell’artride reumatoide e noi oncologi lo conosciamo perché lo utilizziamo per gli effetti collaterali dati di alcuni farmaci immunoterapici – ha spiegato il professor Ascierto -: da qui l’idea che potesse dare effetti positivi anche su pazienti affetti da Covid19”.
Risultati confortanti, dopo che a Napoli, si sono man mano riscontrati anche Milano, nelle Marche, a Modena, a Cosenza. Eppure c’è ancora bisogno di studiare: lo stesso Ascierto invoca un apposito laboratorio di ricerca ed ha aperto una raccolta fondi: “Perché studiarlo qui e ora? – spiega il professore -. Prima impariamo a conoscerlo, prima capiamo come muta, prima possiamo anticiparlo, aggredirlo con terapie sempre più efficaci”.
Una intuizione, una corsa contro il tempo, quella dell’equipe dell’Istituto Tumori del “Pascale” che, per certi aspetti e con le debite proporzioni, rievoca un’altra storia di emergenza sanitaria. Che viene sempre da Napoli. In provincia, a Torre del Greco, il primario di medicina dell’ospedale Maresca, Antonio Brancaccio, insieme ad un gruppo di colleghi, ritenne che quella infezione che prese a galoppare in città nell’estate del 1973 non fosse semplicemente una forma di gastroenterite: ipotizzò che si trattasse di qualcosa di ben più grave, annotando nelle cartelle cliniche una “sindrome coleriforme”. Dopo pochi giorni, al “Cotugno” di Napoli, risultavano ricoverati già 220 pazienti sospettati di aver contratto il colera. Manifestazioni di piazza, poi le vaccinazioni di massa. E l’ultimo caso diagnosticato proprio il 19 settembre, nella ricorrenza patronale di San Gennaro…

Nello Giannantonio
L’infermiere emigrato: “Ci chiedete di rischiare la vita da precari”
L’Italia sta rendendo, almeno a livello morale, il giusto tributo alla categoria degli infermieri, tra turni incessanti, volti stremati, famiglie sacrificate, qualche inevitabile contagio al pronto soccorso e quarantene forzate per essere venuti a contatto con persone contagiate dal Covid-19.
È anche, questo, il momento in cui emerge la carenza di personale infermieristico nelle strutture sanitarie italiane e in cui spuntano bandi-lampo di assunzione, ma non a tempo indeterminato. E in questo senso, sulle varie pagine social che accomunano migliaia di infermieri, raccogliamo il post-sfogo di Giovanni, che si firma come “un infermiere emigrato in Germania” e che prova a scuotere i suoi colleghi rimasti in Italia, pur comprendendo il particolare momento di emergenza e lo sforzo che viene richiesto specie alle professioni sanitarie.

“Leggo di reclutamento sanitario, di 20mila nuove assunzioni – scrive Giovanni -, ma purtroppo il mio entusiasmo si trasforma in desolazione. Contratti precari per tre mesi, sei mesi o al massimo un anno. Ci state chiedendo di rischiare la vita, per meno di 1.500 euro al mese, senza neanche un minimo di sicurezza lavorativa. La domanda nasce spontanea – continua Giovanni -: dopo il coronavirus? Nuovamente a casa a calci nel sedere? Secondo me sì… La schiavizzazione per il personale sanitario deve cessare. Ecco spiegato il motivo del perché puntano anche alle assunzioni di laureandi. Ed è anche a voi che mi rivolgo, futuri colleghi – conclude Giovanni -: dite no!”. Ed è così che, accanto al tradizionale #iorestoacasa, ecco che spuntano anche i motti #aiutateciadaiutare e #noprecariato.
Nello Giannantonio
Colloqui per Stoccarda: deciso il rinvio
Senso di responsabilità. Lo stesso che, in questo complicato e surreale momento storico, viene richiesto ai cittadini lo fanno proprio anche la direzione “Germitalia” (unica azienda italiana certificata dall’Internationaler Bund nel reclutamento di personale sanitario) ed i vertici del “Klinikverbund Südwest” di Stoccarda. Che, di comune accordo, hanno deciso di rinviare a data da destinarsi i colloqui in programma nelle giornate dell’1 e 2 aprile per l’assunzione di altri 18 infermieri a tempo indeterminato. In un primo momento, si era deciso di tenere comunque le selezioni garantendo ai candidati il colloquio attraverso la piattaforma Skype, in collegamento con i responsabili del personale della rinomata struttura sanitaria di Stoccarda e gli interpreti dell’Ib.

Una successiva riflessione, unita all’analisi dei decreti pubblicati sia dal governo italiano che da quello tedesco, ha indotto invece a decidere per il rinvio. Tutela della salute e rispetto delle prescrizioni, innanzitutto. Ma anche tutela della credibilità che, nel corso dell’ultimo decennio, ha contraddistinto l’attività di “Germitalia”, che ha dato lavoro in Germania a tantissimi infermieri ed altri profili professionali italiani. Nel rispetto di tutti, le selezioni avranno luogo solo nel momento in cui la struttura che assume, il “Klinikverbund Südwest” di Stoccarda appunto, avrà certezza dei tempi di inserimento dei nuovi infermieri, a partire dall’inizio del corso di lingua tedesca.
La candidatura di chi aveva effettuato la prenotazione resta comunque valida e sarà cura della direzione “Germitalia” fornire ulteriori ragguagli nei prossimi giorni sulle possibili date di recupero. Chi invece ha consultato il bando e intende candidarsi può ancora farlo attraverso il seguente link: https://form.jotform.com/81405508902958
Restano a disposizione, per chiarimenti informazioni, gli uffici “Germitalia” sia di Roma (tel. 06.56559844) che di Napoli (tel. 081.0117975).
Nello Giannantonio
I colloqui per Stoccarda tramite Skype
La direzione “Germitalia” si allinea alle misure di prevenzione dettate dal governo centrale per la gestione dell’emergenza-Coronavirus, evitando meeting e, al contempo, spostamenti da una regione italiana all’altra per raggiungere le due sedi inizialmente fissate (l’hotel “Atlantico” di Roma e il “Marad” di Torre del Greco) per i colloqui di inizio aprile finalizzati ad altre 18 assunzioni di infermieri che effettuerà il “Klinikverbund Südwest” di Stoccarda.
Sia ben chiaro: le selezioni in programma nelle giornate dell’1 e 2 aprile si terranno ugualmente, ma attraverso la piattaforma Skype, con una “triangolazione” che metterà contemporaneamente in contatto il candidato, i selezionatori tedeschi e gli interpreti della struttura dell’Internationaler Bund di Stoccarda, ancora una volta partner dei programmi di assunzione “Germitalia”.

I candidati saranno contattati nei prossimi giorni per ricevere specifiche ed ulteriori indicazioni. E chi ancora non si è prenotato per cogliere una nuova opportunità di lavoro a tempo indeterminato in Germania può continuare a farlo attraverso la piattaforma raggiungibile al seguente link: https://form.jotform.com/81405508902958
Restano a disposizione, per ulteriori informazioni, gli uffici “Germitalia” sia di Roma (tel. 06.56559844) che di Napoli (tel. 081.0117975).
Nello Giannantonio
L’Italia assume infermieri (precari) solo nell’emergenza
Il sistema sanitario italiano si ricorda di assumere infermieri solo nell’emergenza. E, comunque, con criteri discutibili e tutt’altro che tesi alla stabilizzazione lavorativa.
Nelle regioni settentrionali della cosiddetta “zona rossa” dell’emergenza-Coronavirus, con il decreto legge 9/2020 – “verificata l’impossibilita’ di assumere personale, anche facendo ricorso agli idonei in graduatorie in vigore” -, è sì consentito il conferimento di incarichi diretti e a termine di lavoro autonomo a personale medico ed infermieristico, ma – udite udite – collocato in pensione. Altro che assorbire giovani… E chi, delle nuove generazioni, ha risposto al bando dell’ospedale di Cremona, ad esempio, ha comunque accettato un incarico “di natura occasionale e temporanea”, seppur con compenso orario maggiorato, e con tempi di lavoro che “concordati tra l’azienda e il professionista a seconda della disponibilità manifestata e del perdurare della necessità assistenziale”. E ancora, ad Ancona, di 499 infermieri risultati idonei ad un concorso, per 57 si sono da subito aperte le porte dell’assunzione, ma sempre a tempo determinato.

In Sardegna pure si è mosso qualcosa, con la decisione di investire nell’assunzione di personale medico/infermieristico e della Protezione civile, ma ugualmente “per la durata dell’emergenza sanitaria”.
Insomma, infermieri “usa e getta” in tante zone d’Italia, magari solo per sostituire colleghi costretti alla quarantena dopo i contatti inconsapevoli con i primi infettati dal Covid-19. Il tutto in barba alle legittime aspirazioni di migliaia di giovani e preparati laureati (costretti spesso a virare sulle opportunità di lavoro stabile offerte da altri paesi europei), e ai numeri della cronica carenza di infermieri, stimata in Italia dalla Federazione nazionale (Fnopi) in circa 50mila unità e che, con gli effetti di “quota 100”, potrebbe ancora aumentare sensibilmente.
Nello Giannantonio
Infermieri, ecco la sede romana dei colloqui per Stoccarda
Sarà la sala-meeting dell’hotel “Atlantico” la sede romana della prima giornata di colloqui per le assunzioni di infermieri italiani che effettuerà il “Klinikverbund Südwest” di Stoccarda. Mercoledì 1 aprile, dunque, la centralissima struttura ricettiva collocata in via Cavour, a pochi passi dalla stazione Termini di Roma, accoglierà i candidati che già si stanno prenotando numerosi alle selezioni nell’ottica di un ritorno alla normalità che la stessa direzione “Germitalia” auspica dopo la psicosi-coronavirus.

All’indomani poi, giovedì 2 aprile, i selezionatori tedeschi si sposteranno a Torre del Greco, in provincia di Napoli, nell’altra tradizionale location dei bandi “Germitalia” per proseguire le selezioni aventi valore di concorso pubblico tedesco. A bando, ben 18 posti di lavoro come infermieri a tempo indeterminato presso la rinomata struttura di Stoccarda, città che sarà anche la sede del corso di lingua gratuito, con garanzia di vitto e alloggio presso strutture dell’Internationaler Bund, che frequenteranno i candidati prescelti.
Per prenotare il colloquio – su Roma o su Napoli – basta caricare il proprio curriculum sulla piattaforma raggiungibile al seguente link: https://form.jotform.com/81405508902958
Per ulteriori informazioni sul bando è sempre possibile contattare gli uffici “Germitalia” sia di Roma (tel. 06.56559844) che di Napoli (tel. 081.0117975).
Nello Giannantonio
Al Coronavirus dobbiamo solo abituarci
Al Coronavirus dobbiamo abituarci proprio come all’influenza, nella speranza – ora più concreta – che arrivi presto un vaccino e che ne cominceremo, col tempo, ad avere anche memoria immunitaria.
Non potrà, quindi, fermarsi il mondo. E nemmeno i flussi lavorativi e turistici verso altri paesi europei, dove pure iniziano ad affiorare i casi. Il Coronavirus entrerà, anzi, sempre più nella nostra quotidianità, essendo stato, ad esempio, inserito nel work-up diagnostico delle polmoniti. In pratica, quando un medico si ritroverà di fronte una una persona con la polmonite, farà anche il controllo per Coronavirus.
Molti soggetti contraggono, tuttavia, il virus in maniera pressoché asintomatica (ci siamo chiesti come mai si fatica enormemente a reperire il famoso “paziente zero”?). Gli esperti invitano certamente a mettere in atto comportamenti prudenti (diffuso, nel frattempo, il decalogo del Ministero della salute per prevenire l’epidemia) al fine di evitare, anche grazie alla auto-quarantena, che il Coronavirus contagi contemporaneamente vasti strati della popolazione per scongiurare il caos ed evitare boom di richieste di ricovero, circostanza che in Italia, per la cronica penuria di posti-letto, rappresenterebbe la vera emergenza e rischierebbe di escludere dalla terapia quei soggetti che ne hanno veramente bisogno, vale a dire coloro che hanno già patologie e complicazioni (non a caso, finora i decessi in Italia hanno riguardato perlopiù ultra ottantenni che soffrivano già problemi respiratori).
Al Coronavirus dobbiamo abituarci, dicevamo. E ciò non riguarda solo l’Italia. Nelle ultime ore aumentano i casi anche negli altri paesi europei. In Francia gli infettati sono raddoppiati in un giorno, casi anche in Gran Bretagna, così come in Germania, Svezia e Norvegia.
“Si tratta di un’emergenza, non c’è dubbio, ma va affrontata con serietà e competenza, senza allarmismi e inutili e dannose isterie – sostiene Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, impegnato per anni in Africa da medico -. Dobbiamo abituarci a questi fenomeni, saranno sempre più frequenti. Rispetto a dieci anni fa, il più importante agente vettore della malattie infettive, l’aereo, ha trasportato il 200 per cento in più di passeggeri in giro per il mondo. Il Coronavirus contaminerà tutta Italia, anche il Centro-Sud, è inevitabile – conclude Bertolsaso -, ma sarà nel maggior parte dei casi poco più di una influenza e così dovrebbe essere vissuta e gestita”.

Nello Giannantonio
Coronavirus, corsi Fad per gli eroici infermieri
La nuova circolare emanata dal Ministero della Salute, contenente nuove indicazioni e chiarimenti sull’epidemia Covid-19, evidenzia i comportamenti da tenere da parte degli operatori sanitari, a partire dai medici di medicina generale per l’identificazione dei soggetti a rischio e, in caso di paziente positivo, per la gestione dei casi nelle strutture sanitarie, comprese le misure per la vestizione e la svestizione degli operatori, la sanificazione degli ambienti e le misure igieniche di prevenzione.
Per gli operatori sanitari, inoltre, il Servizio Formazione della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sta realizzando un corso online accreditato ECM per rendere i medici, gli infermieri (anch’essi in queste ore encomiabili protagonisti dell’emergenza scattata in Italia) e tutti gli operatori informati e formati sul nuovo Coronavirus, avvalendosi delle attuali evidenze scientifiche.

L’evento formativo, al quale si sottolinea la necessità di partecipare, è articolato in 3 moduli (28 febbraio, 6 marzo e 13 marzo) per un totale di 16 ore, e sarà disponibile a partire dal 28 febbraio sulla piattaforma dedicata alla Formazione a distanza (Fad) https://www.eduiss.it/
La piattaforma sarà accessibile 24 ore su 24 nel periodo compreso tra il 28 febbraio e il 10 luglio. Tra i principali obiettivi del corso, la descrizione della natura dell’emergenza sanitaria internazionale; l’identificazione degli attori della task force italiana per la gestione dell’emergenza e le fonti ufficiali di informazioni; la descrizione e la definizione di caso di nuovo Coronavirus e conoscenza dei protocolli da attuare nei casi sospetti o accertati; tutte le informazioni utili al personale medico/sanitario per le attività di prevenzione, identificazione e controllo negli ambienti ambulatoriali, ospedalieri e di comunità.
Infermieri, la Brexit rafforza la pista tedesca
Il Regno Unito ha dato ufficialmente il suo addio all’Unione Europea ad oltre tre anni dal famoso referendum col quale il popolo britannico espresse la volontà di abbandonare l’UE. Tuttavia, dopo un periodo ancora transitorio, il vero cambiamento per gli italiani e gli altri cittadini di Paesi comunitari scatterà il solo dal primo gennaio 2021. A partire da quella data entreranno in vigore le rigide regole annunciate dal governo Johnson per limitare l’immigrazione.

E chi, ad esempio, vorrà trasferirsi dall’Italia in Gran Bretagna dovrà dimostrare di avere già un’offerta di lavoro o essere un lavoratore specializzato. Porte chiuse, infatti, a chi non sa parlare l’inglese e non ha un curriculum adeguato. La selezione verrà effettuata attraverso un sistema a punti ispirato al modello di immigrazione australiano. Potranno accedere solo i lavoratori con un minimo di 70 punti: i primi 50 saranno assegnati in base a requisiti obbligatori come la conoscenza della lingua e, appunto, l’offerta di lavoro; i restanti si potranno ottenere se si rientra in un settore caratterizzato da carenza di manodopera (20) oppure se si possiede un dottorato (10) coerente col lavoro che si andrà a svolgere.
Ma ci sono altre zone d’ombra nell’avanzare della Brexit, dal riconoscimento dei titoli di studio conseguiti in Paesi Ue (anche in campo sanitario) al fatto che, anche se otterranno il permesso di lavoro per cinque anni, i cittadini italiani ed europei non sono destinati a ricevere sussidi statali e assistenza sanitaria gratuita dal sistema britannico. Ma attenzione anche ad un altro aspetto: gran parte della normativa in materia di lavoro degli Stati membri deriva, oggi, direttamente e indirettamente da leggi comunitarie e pertanto, in Gran Bretagna, si presenta concreto il rischio di un abbassamento delle tutele in materia, ad esempio, di contratti a termine, orario di lavoro, flessibilità, part/time. La questione Brexit, infatti, non si riduce ad una ridotta mobilità dei lavoratori.
Per gli infermieri italiani, ricercati negli ultimi anni con costanza sia dall’Inghilterra che dalla Germania, si profila inevitabilmente una sterzata a favore del paese tedesco, che assume direttamente in Italia (prossime assunzioni attraverso “Germitalia” l’1 e 2 aprile) ed organizza corsi di lingua sul posto (non è necessario già conoscerla prima di partire); che manterrà livelli retributivi e tutele elevate in ossequio alle normative europee; che ha un sistema di agevole riconoscimento del titolo di studio italiano una volta completato il percorso di integrazione linguistica in Germania.
Nello Giannantonio