Archivio Storico

Solo 3 italiani su 100 hanno l’assistenza domiciliare. A sorpresa più virtuoso il Sud…

In Italia solo tre anziani su cento beneficiano dell’assistenza domiciliare. Pur rappresentando una alternativa più efficace ed economicamente sostenibile rispetto all’attuale modello che ruota attorno al tradizionale ospedale, l’assistenza domiciliare (Adi) per la cura a lungo termine degli anziani fragili o con patologie croniche ad oggi è quasi un privilegio: ne gode infatti solo il 2,7% degli
ultrasessantacinquenni residenti in Italia (in alcune nazioni del Nord Europa sono invece assistiti in casa il 20% degli anziani). Nel dettaglio, risultano assistiti a domicilio nel nostro Paese solo 370mila over 65, a fronte di circa tre milioni di persone che risultano affette da disabilità gravi, dovute a malattie croniche, e che necessiterebbero di cure continuative.
Lo rilevano i dati del Ministero della Salute ed una ricerca effettuata da “Italia Longeva”, network scientifico dello stesso Ministero dedicato all’invecchiamento attivo e in buona salute.
In particolare, i dati regionali sono di fonte ministeriale, mentre “Italia Longeva” ha sviluppato un’analisi volta a comprendere in concreto come siano organizzati i servizi di assistenza a domicilio in dodici aziende sanitarie presenti in undici regioni italiane: un campione distribuito
in modo bilanciato tra Nord e Centro-Sud, che ha tuttavia delineato un panorama variegato e disomogeneo nei servizi ai pazienti che necessitano di cure e terapie a casa.

Ad esempio, solo le Asl di Catania e Salerno erogano tutte le trentuno terapie attivabili a domicilio, seguite dalla Brianza e da Milano. Sorprende anche il virtuoso dato della Basilicata dove – grazie ad una partnership pubblico/privata – è stato attuato un modello unico di Adi per i quasi 7mila utenti  seguiti mediamente ogni anno anno, di cui il 6% ultrasessantacinquenne (parliamo quindi del doppio del dato nazionale).

Quel che sorprende è che l’Italia – da anni alla ricerca di una vera alternativa al modello basato sulla centralità dell’ospedale per la cura di pazienti anziani, cronici e fragili – dedichi all’assistenza
domiciliare sforzi e risorse esigue: basti pensare che si dedicano in media, a ciascun paziente, venti ore di assistenza domiciliare ogni anno, e che non mancano nazioni europee che garantiscono le stesse ore di assistenza in poco più di un mese.

“L’Italia non ha dato ancora una risposta univoca ed individuato un modello condiviso” ha confermato il presidente di “Italia Longeva”, Roberto Bernabei, durante la presentazione dei dati di questa indagine.

Nello Giannantonio

Nuovo lavoro occasionale: limiti più stringenti. Fatta la legge, trovato l’inganno?

La disciplina del nuovo contratto di prestazione occasionale è intervenuta per colmare il vuoto lasciato dalla repentina e frettolosa abrogazione dei “vecchi” voucher. L’impianto normativo attuale (legge 21 giugno 2017 n. 97 seguita dalla circolare attuativa Inps 107 del 5 luglio 2017), con limiti e regole più stringenti, reintroduce due strumenti per remunerare e tracciare il lavoro occasionale: uno per le famiglie, il cosiddetto “Libretto famiglia” (ma solo per remunerare prestazioni di lavoro domestico, assistenza domiciliare e insegnamento privato supplementare); un altro per le aziende ed altri utilizzatori nell’esercizio dell’attività professionale e di impresa nonché per le amministrazioni pubbliche e le imprese agricole ma con specifiche regolamentazioni. Famiglie, imprese e professionisti, prima di ricorrere a questo tipo di collaborazioni saltuarie, dovranno preventivamente alimentare il proprio “portafoglio virtuale” di voucher (esclusivamente attraverso versamento F24 e non più con acquisti presso ufficio postale e tabaccai), che sarà decurtato di volta in volta in base agli importi delle singole prestazioni comunicate sul portale dell’Inps.

Questi i nuovi limiti generali: per ciascun soggetto, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, i compensi da contratto di prestazione occasionale non potranno superiore i 5mila euro netti nell’anno civile; per ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei prestatori, il ricorso al lavoro occasionale non potrà superare lo stesso tempo dei 5mila euro annui; infine, le prestazioni complessivamente rese da ogni lavoratore in favore dello stesso utilizzatore non potranno determinare compensi di importo superiore a 2.500 euro annui, con un ulteriore tetto di durata della prestazione pari a 280 ore nell’arco dello stesso anno. In caso di sforamento di queste ultime limitazioni, il rapporto si trasforma in un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato. Per gli utilizzatori imprese o professionisti, inoltre, sarà consentito ricorrere al contratto occasionale solo se il numero di lavoratori dipendenti occupati a tempo indeterminato non è superiore a cinque. In più – altra limitazione – non potranno essere acquisite prestazioni di lavoro occasionali da soggetti con i quali l’utilizzatore abbia in corso o abbia cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa, così come sono escluse dal campo di applicazione della norma le imprese del settore edile e tutti i casi di esecuzione di appalti di opere o servizi.

I compensi percepiti dal prestatore sono esenti da imposizione fiscale né incidono sul suo eventuale status di disoccupato. Ma quanto “vale” oggi un’ora di lavoro occasionale secondo il nuovo sistema? Dai precedenti 7,50 euro, la misura minima oraria del compenso passa a 9 euro netti, tranne nel settore agricolo. Sono interamente a carico dell’utilizzatore, inoltre, la contribuzione alla Gestione separata Inps nella misura del 33% del compenso orario (2,97 euro) ed il premio Inail (0,32 euro). Complessivamente il costo di un’ora di lavoro risulta essere pari a 12,29 euro. E sul complessivo acquisto “lordo” dei nuovi voucher sono poi dovuti gli oneri di gestione pari all’1% del versamento. Diversamente, per il “libretto famiglia” il valore nominale di 10 euro, al netto della contribuzione, riserva al prestatore 8 euro netti l’ora.

Per l’accesso alle prestazioni, gli utilizzatori e i prestatori sono tenuti a registrarsi all’interno di un’apposita piattaforma informatica, gestita dall’Inps, che sarà però operativa solo nei prossimi giorni. L’utilizzatore, diverso dalla famiglia, è tenuto a trasmettere almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione, attraverso la suddetta piattaforma, una dichiarazione contenente le seguenti informazioni: dati anagrafici del prestatore; luogo di svolgimento della prestazione; oggetto della prestazione; data e ora di inizio e fine della prestazione; compenso pattuito per la prestazione, in misura non inferiore a 36 euro, per prestazioni di durata non superiore a quattro ore continuative nell’arco della giornata.

Attenzione, però. Terminata la prestazione, o meglio entro le ore 24 del terzo giorno successivo, l’utilizzatore potrà inoltrare – sempre attraverso il portale Inps – la eventuale revoca della dichiarazione inviata. Qui potrebbe emergere una pericolosa falla di un sistema che si pone proprio l’obiettivo di evitare abusi e ricorso al lavoro sommerso. Potrebbe ben accadere infatti che, in assenza di controlli ispettivi nel giorno della prestazione lavorativa, l’azienda annulli la prestazione, “conservando” i voucher acquistati per… future esigenze. Tuttavia, l’Inps nella circolare 107 preannuncia “controlli automatici sulle revoche delle comunicazioni di prestazioni inserite in procedura, sulla base di indicatori di rischio calcolati in funzione della frequenza di ricorso alla revoca della dichiarazione da parte dell’utilizzatore”.

In assenza di revoca, invece, la prestazione si considererà svolta e l’Inps procederà ad erogare il compenso pattuito al prestatore accreditandolo (entro il 15 del mese successivo) sulla base della modalità prescelta dal lavoratore in fase di registrazione: accredito in conto corrente o su carta di credito dotata di Iban o, infine, bonifico domiciliato riscuotibile presso un ufficio postale.

Infine, una precisazione doverosa: le nuove prestazioni occasionali, previste dalla Legge n. 97/2017, così come i precedenti voucher abrogati, non hanno nulla a che vedere con le prestazioni autonome occasionali disciplinate dall’articolo 2222 del codice civile per le quali continua ad applicarsi la normativa di riferimento e la ritenuta fiscale del 20%. La differenza attiene essenzialmente alla professionalità prevista in capo al collaboratore autonomo occasionale, il quale si impegna a compiere un’opera o un servizio prevalentemente attraverso il proprio lavoro e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente.

Nello Giannantonio

Quindici infermieri a tempo indeterminato per la zona di Stoccarda: ultimi giorni per candidarsi…

Ultimi giorni per candidarsi ai colloqui per le strutture ospedaliere del Klinikverbund Südwest-Baden Württemberg, in programma il 19 e 20 luglio presso l’hotel “Marad” di Torre del Greco, in provincia di Napoli.

Il sud-ovest della Germania sarà la destinazione lavorativa dei quindici infermieri italiani che saranno assunti a tempo indeterminato grazie all’azienda di consulenza internazionale “Germitalia”. I colloqui avranno infatti valore di concorso pubblico tedesco.

Dopo le selezioni a Torre del Greco, il trasferimento in Germania è previsto agli inizi di settembre per la frequentazione di un corso di lingua tedesca B1 della durata di circa sette mesi a cura delle strutture di formazione professionale dell’Internationaler Bund. Successivamente i selezionati si trasferiranno nelle strutture ospedaliere di destinazione per iniziare l’attività lavorativa come “infermiere in fase di riconoscimento”: lavoreranno, ma continueranno a studiare per il conseguimento del livello di lingua B2, che consentirà loro l’inquadramento come “infermieri riconosciuti” (stipendio mensile lordo di € 2.635,53), previo riconoscimento del titolo di studio da parte del ministero di competenza tedesco. In più, l’azienda sanitaria di destinazione pagherà l’abbonamento a tutti i mezzi pubblici necessari a poter raggiungere le strutture didattiche dove si terranno i corsi sia per il livello B1 che B2, durante i quali gli infermieri italiani prescelti alloggeranno gratuitamente presso famiglie tedesche della zona di Stoccarda (con trattamento di mezza pensione) per migliorare ed accelerare il processo di integrazione linguistica. Per la partecipazione al progetto è inoltre richiesta la patente di guida.

Per candidarsi basta collegarsi al seguente link (http://form.jotformeu.com/form/51253050124338) e compilare il form on-line.

Infermieri e Oss: nuova polemica sui ruoli. Interviene la presidente dell’Ipasvi

Fermo intervento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale Collegi Ipasvi, nella polemica che nei giorni scorsi si è aperta nuovamente tra Oss e infermieri su ruoli e rispettive professionalità nonché sull’annoso tema dell’utilizzo improprio del personale da parte delle strutture sanitarie. La Magiacavalli, a nome di oltre 400mila infermieri italiani, replica alle “spinte in avanti” ed alle recenti esternazioni dei responsabili della Federazione nazionale Oss-Migep, i quali hanno parlato di “affronto a dir poco offensivo” degli infermieri nei confronti di “altre categorie della sanità definendole manovali”.

“La sanità può funzionare meglio solo se ognuno, consapevole dei propri ambiti di competenza, si impegna nel confronto e ricerca di buone relazioni tra le parti anziché accendere conflitti” tuona la Mangiacavalli. Che rincara: “Si adoperi Migep, allora, se davvero è la collaborazione che vuole, affinché tutti possano lavorare al meglio e con chiarezza rispetto ai contenuti del proprio profilo, con diverse gradazioni di responsabilità. Riconoscerlo fa la differenza. Che poi la deprofessionalizzazione, perché di questo gli infermieri possono parlare, sia un inadempimento datoriale che porta a consolidare situazioni spesso emergenziali, allargando verso il basso i compiti di professionisti che in realtà dovrebbero occuparsi di altro, siamo d’accordo. L’utilizzo improprio del personale – denuncia la presidente Ipasvi – nasce da parte delle strutture che lo pongono su un piano quasi ricattatorio per far fronte a proprie carenze strutturali.  Ed è un atteggiamento mai giustificato né dal codice deontologico né dal contratto di categoria. La sanità ha dovuto fare i conti purtroppo con vincoli ‘economici’ più che di reale tutela della salute che hanno condizionato le scelte e le relative risposte”. La Mangiacavalli espone anche alcuni dati nel suo affondo: “Dal 2002 al 2015, proprio per il problema economico e di blocco del turn over rispetto alle professioni sanitarie, mentre è calato di 8.765 unità il numero degli infermieri, è aumentato nel ruolo tecnico il numero degli Oss di 22.846 unità. Un aumento che tuttavia non ha aiutato a quanto pare gli infermieri ad evitare attività che non competono loro. Come mai? Come infermiera e presidente della federazione – conclude la Magiacavalli -, dico che la professione non può accettare di farsi dire dal Migep quali sono gli ambiti di nostra competenza. Ritengo invece di sottolineare come gli infermieri hanno titolo a intervenire in merito all’attività dell’operatore socio-sanitario per chiaro mandato professionale, visto che la legge specifica che questa figura tecnica, e non sanitaria, ha il compito su indicazione e valutazione dell’infermiere di svolgere attività che aiutino le persone a soddisfare i bisogni di base”.

Nello Giannantonio

Per candidarsi ai colloqui del organizzati da “Germitalia” basta collegarsi al link qui e compilare il form online

E’ la patria dell’automobile la destinazione tedesca di 15 infermieri da selezionare in Italia.

Stoccarda, capoluogo del Baden-Württemberg, la regione che si estende nel sud-ovest della Germania, sarà la destinazione lavorativa dei quindici infermieri italiani che saranno assunti a tempo indeterminato grazie all’azienda di consulenza internazionale “Germitalia”. I colloqui per le strutture ospedaliere del Klinikverbund Südwest-Baden Württemberg sono in programma il 19 e 20 luglio presso l’hotel “Marad” di Torre del Greco, in provincia di Napoli (ancora pochi giorni, dunque, per candidarsi ai colloqui).

Non solo virtuose strutture sanitarie sempre alla ricerca di personale qualificato anche dall’Italia. Stoccarda, in quanto “patria dell’automobile” (nella cosiddetta capitale sveva sono sorti i primi veicoli a motore a quattro ruote e i marchi d’auto Mercedes-Benz, Maybach-Motorenbau e Porsche provengono tutti da questa zona) ha dato negli anni lavoro anche a tanti italiani proprio nell’industria automobilistica, i quali possono testimoniare l’efficienza delle strutture ospedaliere del gruppo ospedaliero del Klinikum Südwest che, con il suo centro terapeutico, i due centri sanitari medici e l’Hospital Service Foresta Nera, è una delle più grandi strutture sanitarie della Germania meridionale.

Una grande attrattiva turistica a Stoccarda è rappresentata proprio dai musei dell’automobile: il “Mercedes-Benz Museum” ed il “Porsche Museum” rappresentano tappe irrinunciabili non solo per gli appassionati dei motori. Nel museo della Mercedes-Benz, in particolare, viene illustrata la gloriosa storia dagli inizi fino ai progetti futuri. Un’attrattiva in più, dunque, per gli infermieri italiani disoccupati che hanno forte motivazione nel proiettarsi ad una scelta professionale e di vita, candidandosi ai colloqui del 19 e 20 luglio che avranno ancora una volta valore di concorso pubblico tedesco.

Dopo le selezioni a Torre del Greco, il trasferimento in Germania è previsto agli inizi di settembre per la frequentazione di un corso di lingua tedesca B1 della durata di circa sette mesi a cura delle strutture di formazione professionale dell’Internationaler Bund. Successivamente i selezionati si trasferiranno nelle strutture ospedaliere di destinazione per iniziare l’attività lavorativa come “infermiere in fase di riconoscimento”: lavoreranno, saranno retribuiti, ma continueranno a studiare per il conseguimento del livello di lingua B2, che consentirà loro l’inquadramento come “infermieri riconosciuti” (stipendio mensile lordo di € 2.635,53), previo riconoscimento del titolo di studio da parte del ministero di competenza tedesco. In più, l’azienda sanitaria di destinazione pagherà l’abbonamento a tutti i mezzi pubblici necessari a poter raggiungere le strutture didattiche dove si terranno i corsi sia per il livello B1 che B2, durante i quali gli infermieri italiani prescelti alloggeranno gratuitamente presso famiglie tedesche della zona di Stoccarda (con trattamento di mezza pensione) per migliorare ed accelerare il processo di integrazione linguistica. Per la partecipazione al progetto è inoltre richiesta la patente di guida.

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Nello Giannantonio

Il “tempo tuta” prima e dopo il turno di lavoro va retribuito: a Bari una causa-pilota anche per gli infermieri

Il tempo che occorre per indossare la divisa di lavoro deve essere pagato. Lo ha stabilito il tribunale di Bari, con una recentissima sentenza, che ha condannato la competente Asl al pagamento di 165mila euro nei confronti di tredici operatori socio-sanitari, sostenuti dal sindacato Usppi Puglia.

L’azienda sanitaria di Bari è stata condannata a retribuirli del corrispettivo di venti minuti di lavoro (dieci minuti prima e altri dieci dopo il turno) per ogni giorno di servizio effettivo dal 1995.

Una sentenza che potrebbe creare un nuovo precedente anche nel campo infermieristico. Non a  caso, in una nota il segretario nazionale dell’Usppi, Nicola Brescia, ed il segretario provinciale Gianfranco Virgilio parlano di “causa pilota” e annunciano che “da questo momento molti altri dipendenti vedranno riconosciuto questo diritto comprensivo del risarcimento retroattivo per gli emolumenti non versati dall’azienda sanitaria, rispetto all’orario effettivamente realizzato”.

Si torna, così, a parlare del cosiddetto “tempo tuta”, quello cioé necessario ad indossare e togliere la divisa da lavoro: secondo la sentenza dei giudici baresi che hanno accolto il ricorso dei tredici lavoratori, rientra a tutti gli effetti nell’orario di lavoro.

Finora, secondo l’orientamento prevalente della Cassazione, si è sempre fatta una distinzione in giurisprudenza. Il “tempo tuta” rientra nell’orario di lavoro q

uando l’attività di vestizione del prestatore di lavoro risulti “eterodiretta” dal datore di lavoro, sulla base di specifiche disposizioni contrattuali. Così, se le norme collettive attribuiscono al datore un potere direttivo tale da consentirgli di determinare anche il tempo e il luogo dove indossare la divisa aziendale, senza che residui alcun margine di autonomia al lavoratore, il tempo impiegato rientra allora nell’orario di lavoro e, come tale, va retribuito. In questo caso, infatti, il lavoratore è obbligato alla vestizione sul luogo di lavoro, secondo particolari disposizioni del datore di lavoro e la relativa operazione va retribuita in quanto attività strumentale al corretto svolgimento dell’attività lavorativa.

Di contro, il “tempo tuta” non rientra invece nell’orario di lavoro e non va retribuito quando il datore non ha il potere di scegliere tempo e luogo della vestizione, quindi quando sia data facoltà al lavoratore di scegliere quando e dove indossare la divisa (che può essere la propria abitazione o un altro luogo) prima di recarsi sul posto di lavoro Questo principio è stato di recente ribadito dalla Corte di Cassazione anche con la sentenza numero 23123 del 14 novembre 2016, secondo la quale la normativa vigente (in Italia parliamo del Decreto legislativo 66/2003 di attuazione delle direttive europee) non preclude che “il tempo impiegato per indossare la divisa sia da considerarsi lavoro effettivo e debba essere pertanto retribuito”. Il decreto 66/2003 si limita a stabilire, all’articolo 1, che costituisce orario di lavoro “qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”.

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Nello Giannantonio

Infermieri per la zona di Stoccarda: nuovi colloqui a luglio. Richiesta anche la patente di guida

Gli infermieri Italiani assunti dal Klinikum Südwest

Ancora assunzioni a tempo indeterminato di infermieri in Germania grazie all’azienda di consulenza internazionale “Germitalia”. I nuovi colloqui, stavolta per le strutture ospedaliere del Klinikverbund Südwest-Baden Württemberg, sono in programma il 19 e 20 luglio presso l’hotel “Marad” di Torre del Greco, in provincia di Napoli.

La nuova selezione riguarda quindici infermieri e infermieri pediatrici ben motivati, disposti a trasferirsi presso le strutture ospedaliere del gruppo ospedaliero del Klinikum Südwest che è una delle più grandi strutture sanitarie della Germania meridionale. Il gruppo ospedaliero, che con i propri selezionatori scenderà nuovamente in Italia a luglio, ha già accolto da tempo con grande interesse l’iniziativa di Internationaler Bund e “Germitalia”: tra il 2012 ed il 2015 ha aderito ai progetti Fia assumendo oltre sessanta infermieri italiani a tempo indeterminato.

Dopo i colloqui del 19 e 20 luglio (che avranno ancora una volta valore di Concorso Pubblico), il trasferimento in Germania è previsto agli inizi di settembre per la frequentazione di un corso di lingua tedesca B1 della durata di circa sette mesi a Böblingen (Stoccarda) a cura delle strutture di formazione professionale dell’Internationaler Bund. Successivamente (febbraio 2018) i partecipanti si trasferiranno nelle strutture ospedaliere di destinazione per iniziare l’attività lavorativa, assunti a tempo pieno come “infermiere in fase di riconoscimento” ed inquadrati nel gruppo di retribuzione P6 livello 1 (stipendio mensile di € 2.204,53 lordi). Il candidato percepirà la retribuzione ma continuerà a studiare secondo il programma del progetto finalizzato al conseguimento del livello di lingua B2. Arrivati a questo traguardo ed ottenuto il decreto di riconoscimento del titolo di studio da parte del ministero di competenza tedesco, gli infermieri italiani saranno inquadrati dall’azienda sanitaria di destinazione come “infermierI riconosciutI” (stipendio di € 2.635,53 così come previsto dal gruppo retributivo P7 livello 2). L’Internationaler Bund sosterrà il candidato durante tutto l’iter burocratico per il riconoscimento del titolo professionale in Germania. In più, l’azienda sanitaria di destinazione pagherà l’abbonamento a tutti i mezzi pubblici necessari a poter raggiungere le strutture didattiche dove si terranno i corsi sia per il livello B1 che B2, durante i quali gli infermieri prescelti alloggeranno gratuitamente presso famiglie tedesche della zona di Stoccarda (con trattamento di mezza pensione) per migliorare ed accelerare il processo di integrazione linguistica. Una volta definitivamente assunto come “infermiere riconosciuto”, nulla impedirà poi al lavoratore di potersi scegliere una abitazione privata in fitto (in questo caso l’ospedale sostiene il dipendente mettendo a disposizione anche appartamenti aziendali ad un canone convenzionato).

Per la partecipazione al progetto è inoltre richiesta la patente di guida in quanto potrebbe essere necessario che il partecipante sia in grado di recarsi al lavoro anche in auto qualora le abitazioni non siano posizionate in prossimità della clinica oppure gli orari dei mezzi pubblici non corrispondano a quelli di inizio o fine turno.

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Nello Giannantonio

(ufficio stampa Germitalia)

Bonus Renzi: chi rischia di restituirlo in dichiarazione dei redditi

Tempo di dichiarazione dei redditi e, per qualche contribuente, può materializzare il rischio di dover restituire il credito da 80 euro mensili, meglio noto come “bonus Renzi”, percepito in busta paga. Ma chi è tenuto alla restituzione del credito e perché? Innanzitutto, va ricordato che il bonus spetta per un totale annuo di 960 euro (appunto 80 euro al mese) ai percettori di redditi da lavoro dipendente o assimilato che abbiano un reddito complessivo fino a 24.000 euro (al superamento di tale limite il bonus decresce proporzionalmente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 26.000 euro). Altro presupposto fondamentaleè che l’imposta lorda del soggetto risulti superiore alla detrazione per lavoro dipendente.

La miusra esclude infatti gli incapienti, ossia coloro che hanno un’imposta lorda complessiva che non supera la detrazione spettante per lavoro dipendente. La detrazione minima annua è di 1.880 euro e, quindi, fino a 8.174 euro di reddito il bonus non spetta perché il lavoratore è, appunto, incapiente. In questo caso parliamo di soggetti che hanno lavorato per tutto l’anno solare.

Per i rapporti di lavoroa tempo determinato, invece, l’ammontare della detrazione minima da far valere in dichiarazione ammonta a 1.380 euro: ne consegue che fino a 6.000 euro di reddito, il contribuente non paga l’Irpef e di consegueneza, essendo pure lui incapiente, non ha diritto al bonus. E per un soggetto che abbia magari svolto più rapporti di lavoro a termine durante l’anno, la doccia fredda potrebbe arrivare proprio in fase di dichiarazione dei redditi con la sommatoria di tutte le Certificazioni uniche ricevute dai sostituti d’imposta. Sempre in sede di dichiarazione può anche verificarsi il caso che un soggetto abbia complessivamente percepito redditi superiori ai 26.000 euro, che corrisponde al limite fissato dal Decreto legge 66/2014 varato dall’ex governo Renzi e poi reso misura strutturale in Italia. Gli 80 euro, infatti, sono attribuiti dal datore di lavoro automaticamente in busta paga ed esclusivamente sulla base

del reddito che egli stesso ha erogato o prevede di erogare nell’anno. Al momento della dichiarazione, invece, è necessario procedere al ricalcolo del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati.

Di contro, può capitare pure che il lavoratore, proprio per effetto della sommatoria dei redditi percepiti nell’esecuzione di più contratti, raggiunga un’imposta lorda calcolata annualmente che supera la detrazione per lavoro dipendente e matura, così, il diritto al bonus in unica soluzione presentando la dichiarazione dei redditi con il modello 730 oppure il modello Unico Persone Fisiche.

Un consiglio per chi durante l’anno lavora con più datori o per chi sa di avere redditi aggiuntivi a quello di lavoro dipendente potrebbe consistere, in via cautelativa, nel chiedere al sostituto d’imposta di non erogare il bonus mese per mese in busta paga, riservando

si così la possibilità di recuperarlo eventualmente – se effettivamente spettante  e nell’esatta misura – solo in fase di dichiarazione dei redditi l’anno successivo.

Nello Giannantonio

Nuovo lavoro occasionale: limiti e preclusioni per le grandi imprese

Il dopo-voucher per disciplinare il lavoro occasionale (di natura comunque subordinata e quindi differente dal lavoro autonomo occasionale) prevede canali differenziati per famiglie, micro-imprese fino a cinque dipendenti e aziende di più grandi dimensioni. Questa settimana al Senato il testo inserito nella legge di conversione del decreto 50/2017 (scadenza 23 giugno) è al varo dopo l’ok della Camera.

Dopo la frettolosa abolizione della normativa sui voucher su pressione del referendum (poi annullato) proposto dalla Cgil, gli strumenti in arrivo sono due per far emergere il sommerso. Per le imprese piccole ed i professionisti ci sarà il nuovo contratto di prestazione occasionale, che potrà però essere utilizzato solo da chi conta fino a cinque dipendenti a tempo indeterminato ed entro il tetto di 5mila euro l’anno (ogni lavoratore potrà essere pagato con questa modalità fino a 2.500 euro). Ma attenzione: non si potrà ricorrere al lavoro occasionale per i soggetti con i quali l’utilizzatore abbia in corso o abbia cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o una collaborazione coordinata e continuativa.  Le imprese interessate si iscriveranno ad una piattaforma Inps attraverso la quale verranno gestite anche tutte le comunicazioni obbligatorie preventive di utilizzo da parte del committente. Il nuovo compenso orario per il lavoratore è pari a 9 euro netti (contribuzione tutta a carico del datore di lavoro), esente da imposizione fiscale e non rilevante ai fini dello status di disoccupato. Divieto di utilizzo dei “nuovi voucher” per imprese del settore edile ed agricole, per queste ultime salvo che le prestazioni vengano rese da disoccupati, pensionati ed under 25 non iscritti l’anno precedente negli elenchi dei lavoratori agricoli.

Per le famiglie (intese come persone fisiche non nell’esercizio di attività professionale o di impresa) è in arrivo invece un libretto telematico prefinanziato, che si potrà utilizzare – con gli stessi limiti – per retribuire piccoli lavori domestici, assistenza domiciliare a bambini, anziani e disabili, lezioni di insegnamento privato supplementare. Per il prestatore la legge stabilisce un compenso orario di valore nominale pari a 10 euro. Per ciascun titolo di pagamento sono a carico della famiglia i contributi alla gestione separata Inps (1,65 euro), all’Inail (0,25 euro) e per oneri gestionali (0,10 euro).
Con i vecchi voucher, invece, gli unici limiti annui erano 7mila euro netti per il lavoratore e 2mila euro netti per i singoli rapporti tra prestatore e stesso committente imprenditore o professionista.
E per le medie e grandi e medie imprese con più di cinque dipendenti? Si profila adesso un preoccupante vuoto legislativo, soprattutto per chi non rientra nelle attuali condizioni per l’accesso al lavoro intermittente o a chiamata (attivabile con lavoratori under25/over 55 o per lavori discontinui secondo una tabella regia del 1923) e almeno fino a quando non sarà, appunto, liberalizzato il requisito anagrafico del cosiddetto “job on call”. Misura annunciata in un primo momento, ma che in questa seconda manovra d’estate del governo Gentiloni sembra essersi polverizzata…

Nello Giannantonio

Colloqui Germitalia per lago di Costanza e Monaco, soddisfatti i selezionatori: “In Italia troviamo sempre infermieri qualificati” – Posizione chiusa

La media è stata di uno a due. Per le trentacinque posizioni lavorative aperte in Italia da due importanti strutture pubbliche tedesche si sono presentati a Torre del Greco (provincia di Napoli) circa settanta infermieri disoccupati per sostenere i colloqui organizzati il 30 e 31 maggio all’hotel “Marad” dall’azienda di consulenza internazionale “Germitalia”. Provenivano non solo dalle più vicine province campane i laureati da selezionare, ma anche da Sicilia, Sardegna, Lombardia, Veneto (sì, oggi è possibile anche che giovani dal Nord si muovano per cercare lavoro grazie ad un colloquio… al Sud). Il responso lo conosceranno tutti nelle prossime ore.

Di sicuro, i vertici del complesso ospedaliero pubblico di Costanza e Singen (alla ricerca di venti infermieri di cui tre pediatrici) e del gruppo ospedaliero Helios di Monaco di Baviera (alla ricerca invece di quindici infermieri) sono rimasti ancora una volta colpiti dal grado di preparazione dei laureati italiani, cui il nostro paese non riesce a dare occupazione. In Germania succede esattamente il contrario, come ha spiegato a margine della seconda giornata di colloqui Petra Jaschke-Müller, amministratore delegato del complesso ospedaliero di Costanza e Singen: “Non accade solo che in Germania i ragazzi si orientino verso altri settori lavorativi, questo è risaputo; negli ultimi anni è cresciuta parallelamente la richiesta nel nostro paese: parliamo di circa tre milioni e mezzo di pazienti in più, specie nelle cliniche d’emergenza, fattore dovuto anche all’innalzamento della vita media delle persone. In Italia abbiamo avuto modo di apprezzare la preparazione degli infermieri in cerca di lavoro. Chi accetterà la nostra proposta – ha aggiunto la dottoressa Müller – verrebbe poi a stabilirsi in una zona invidiabile, quella del lago di Costanza, dove sia il clima che l’afflusso turistico non renderanno così traumatico il trasferimento da una nazione all’altra”.

Per la prima volta a selezionare personale in Italia, ma ugualmente soddisfatti, i vertici del gruppo ospedaliero Helios di Monaco, per bocca dei direttori Rene Marx e Barbara Putzolu: “Durante i colloqui abbiamo avuto di fronte ragazzi davvero preparati che siamo pronti ad accogliere ed accompagnare nel loro percorso di inserimento in Germania grazie alla disponibilità di alloggi, corso di lingua, tutor e personale italiano che già da anni lavora da noi”.

“Germitalia”, intanto, si gode la buona risposta agli avvisi per i colloqui terminati mercoledì pomeriggio ed ha in serbo altre selezioni per il mese di luglio. Quando ancora una volta i colloqui organizzati a Torre del Greco avranno a tutti gli effetti valore di concorso pubblico tedesco…

 

 

Per candidarsi ai colloqui del organizzati da “Germitalia” basta collegarsi al link qui e compilare il form online

Nello Giannantonio

(ufficio stampa)

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