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Bonus Renzi: chi rischia di restituirlo in dichiarazione dei redditi

Tempo di dichiarazione dei redditi e, per qualche contribuente, può materializzare il rischio di dover restituire il credito da 80 euro mensili, meglio noto come “bonus Renzi”, percepito in busta paga. Ma chi è tenuto alla restituzione del credito e perché? Innanzitutto, va ricordato che il bonus spetta per un totale annuo di 960 euro (appunto 80 euro al mese) ai percettori di redditi da lavoro dipendente o assimilato che abbiano un reddito complessivo fino a 24.000 euro (al superamento di tale limite il bonus decresce proporzionalmente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 26.000 euro). Altro presupposto fondamentaleè che l’imposta lorda del soggetto risulti superiore alla detrazione per lavoro dipendente.

La miusra esclude infatti gli incapienti, ossia coloro che hanno un’imposta lorda complessiva che non supera la detrazione spettante per lavoro dipendente. La detrazione minima annua è di 1.880 euro e, quindi, fino a 8.174 euro di reddito il bonus non spetta perché il lavoratore è, appunto, incapiente. In questo caso parliamo di soggetti che hanno lavorato per tutto l’anno solare.

Per i rapporti di lavoroa tempo determinato, invece, l’ammontare della detrazione minima da far valere in dichiarazione ammonta a 1.380 euro: ne consegue che fino a 6.000 euro di reddito, il contribuente non paga l’Irpef e di consegueneza, essendo pure lui incapiente, non ha diritto al bonus. E per un soggetto che abbia magari svolto più rapporti di lavoro a termine durante l’anno, la doccia fredda potrebbe arrivare proprio in fase di dichiarazione dei redditi con la sommatoria di tutte le Certificazioni uniche ricevute dai sostituti d’imposta. Sempre in sede di dichiarazione può anche verificarsi il caso che un soggetto abbia complessivamente percepito redditi superiori ai 26.000 euro, che corrisponde al limite fissato dal Decreto legge 66/2014 varato dall’ex governo Renzi e poi reso misura strutturale in Italia. Gli 80 euro, infatti, sono attribuiti dal datore di lavoro automaticamente in busta paga ed esclusivamente sulla base

del reddito che egli stesso ha erogato o prevede di erogare nell’anno. Al momento della dichiarazione, invece, è necessario procedere al ricalcolo del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati.

Di contro, può capitare pure che il lavoratore, proprio per effetto della sommatoria dei redditi percepiti nell’esecuzione di più contratti, raggiunga un’imposta lorda calcolata annualmente che supera la detrazione per lavoro dipendente e matura, così, il diritto al bonus in unica soluzione presentando la dichiarazione dei redditi con il modello 730 oppure il modello Unico Persone Fisiche.

Un consiglio per chi durante l’anno lavora con più datori o per chi sa di avere redditi aggiuntivi a quello di lavoro dipendente potrebbe consistere, in via cautelativa, nel chiedere al sostituto d’imposta di non erogare il bonus mese per mese in busta paga, riservando

si così la possibilità di recuperarlo eventualmente – se effettivamente spettante  e nell’esatta misura – solo in fase di dichiarazione dei redditi l’anno successivo.

Nello Giannantonio

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