La penuria di assunzioni da parte di datori di lavoro privati in Italia è da ricondurre anche alla inoperatività di buona parte degli incentivi (quei pochi sopravvissuti o quelli di nuova istituzione) riconosciuti alle imprese ed ai professionisti. Facciamo alcuni esempi. Avrete sentito parlare certamente del Bonus Giovani Eccellenze per assunzioni di giovani laureati o in possesso di un dottorato di ricerca effettuate da gennaio a dicembre 2019: l’incentivo, per 12 mesi, è pari al 100% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro nel limite massimo di 8.000 euro. Bene, manca ancora oggi la circolare applicativa dell’Inps per permettere alle imprese di applicare concretamente il beneficio. La misura sarebbe anche interessante, perché valorizza chi è in possesso della laurea magistrale, ottenuta nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019 con la votazione di 110 e lode e con una media ponderata di almeno 108/110, entro la durata legale del corso di studi e prima del compimento del trentesimo anno di età. Al Meridione c’è poi il caso del bonus Occupazione Sviluppo Sud, già aspramente contestato perché, tardivamente disciplinato, ha previsto uno sgravio (anche qui di un anno al 100%) solo per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 1° maggio al 31 dicembre 2019 (e non dal 1° gennaio a dispetto delle previsioni della Legge di bilancio). Sulla carta, ad ogni modo. Perché manca, ad oggi, la circolare operativa e le aziende stanno, nel frattempo, “anticipando” i contributi all’Inps. Altro caso è quello degli under 35: un articolo inserito nella legge di conversione del cosiddetto “Decreto Dignità” estendeva a questa platea (e non più solo agli under 30) il beneficio della decontribuzione al 50% dei contributi previdenziali per 3 anni in caso di assunzioni stabili anche negli anni 2019 e 2020, a patto che il lavoratore non avesse mai lavorato prima a tempo indeterminato. Il problema è che, dal mese di ottobre 2018, si attende un decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, come previsto dallo stesso testo di legge, per disciplinare il beneficio e raccordarlo con quello simile della legge 205/2017. Dulcis in fundo, non è operativo nemmeno lo sbandierato bonus alle imprese che assumessero percettori di Reddito di cittadinanza, anche se esclusivamente a tempo pieno ed indeterminato (può arrivare fino a 780 euro al mese e sarà pari alle mensilità di sussidio riconosciute al neoassunto), a dispetto di quella sbandierata come una politica attiva del lavoro che invece, tra ritardi nell’assunzione dei Navigator e tecniche elusive, rischia di diventare solo una pericolosa misura assistenzialistica.

Nello Giannantonio