Non si accontenta del tasso più basso di disoccupazione da quando si è riunificata. La Germania rivede le regole del lavoro: maggiore flessibilità e attenzione ai tempi di conciliazione vita-lavoro, ma anche aumenti salariali. Potrebbe fare da apripista agli altri paesi europei l’ultima manovra.

Il primo passo è stata l’intesa raggiunta con gli industriali dal potente sindacato dei metalmeccanici (Ig Metall) nel Baden-Württemberg, la zona di Stoccarda che ospita gli impianti di Porsche e Daimler. Un accordo pilota, che al momento riguarda 900mila lavoratori, ma che presto si estenderà, forse non solo in Germania, C’è l’aumento salariale (4,3% per 27 mesi, fino al 31 marzo 2020, unitamente ad una “una tanutum”), ma soprattutto c’è il varo della nuova “settimana corta”, anche se con stipendio riparametrato e quindi più basso per chi vi aderisce (ma non in tutti i casi).

I lavoratori, ma a questo punto soprattutto le lavoratrici, con due anni di anzianità aziendale a tempo indeterminato potranno optare appunto per una settimana lavorativa di 28 ore, a fronte delle 35 attuali, per un periodo tra i sei mesi e i ventiquattro mesi, senza che ciò pregiudichi il successivo ritorno al tempo pieno alle stesse condizioni di prima.

I sindacati avevano chiesto che chi sceglieva le 28 ore non subisse alcuna riduzione di paga, ma su questo gli imprenditori non hanno ceduto. In compenso, alcune categorie, come i dipendenti con figli piccoli o familiari malati o chi svolge un lavoro usurante, non subiranno neanche il taglio dello stipendio a fronte del taglio delle ore settimanali. Chi invece non avrà diritto all’integrazione salariale potrà, di contro, godere di ferie supplementari per ulteriori otto giorni l’anno. Anche i datori di lavoro, dal loro canto, hanno ottenuto in cambio una certa flessibilità: la possibilità di estendere la settimana lavorativa da 35 a 40 ore sempre per i dipendenti che vorranno farlo su base volontaria.

Questa rinnovata attenzione alla conciliazione della vita familiare con il lavoro, se dovesse anche estendersi ad altri settori, potrebbe rappresentare una facilitazione ulteriore pure per quegli italiani che, spesso insieme al partner, si trasferiscono in Germania per lavoro, anche in campo sanitario.

In Italia, invece, l’orario settimanale normale di lavoro è fissato dalla legge in 40 ore settimanali, con possibili deroghe da parte dei contratti collettivi, anche territoriali o aziendali. L’orario settimanale massimo di lavoro, ad ogni modo, è fissato in 48 ore settimanali ogni 7 giorni, compreso il lavoro straordinario.

Nello Giannantonio